Ecco una carrellata di commenti da ombrellone sulle 3 serie televisive che ho amato e ho odiato quest’anno.
Opinioni personali nulla che lontanamente richiami ad una critica seria e approfondita.
Le 3 che ho amato di più:
- Ted Lasso
Scrivo mentre sto ancora rielaborando il fatto che sia finito per sempre.
Come farò senza Ted Lasso, senza quell’atmosfera unica in cui questa serie mi teletrasportava.
Con i suoi personaggi così umani e così diversi, ma con un fil rouge che li accomunava alla fine tutti: l’ironia, la capacità di non prendersi mai troppo sul serio!
Ci si sente bene a guardare Ted Lasso, lui con il suo modo un po’ naive di affrontare il mondo, con quel suo approccio sempre pieno di curiosità per tutto ciò che lo circonda dentro e fuori .
I messaggi che passa questa serie sembrano leggeri, ma in realtà sono profondissimi e pieni di valori fondanti l’esistenza umana. Si parla, infatti, di accettazione di sè e degli altri, di celebrazione di ogni tipo di diversità, di vulnerabilità, di resilienza, di necessità imprescindibile di crederci sempre , di gentilezza, amicizia e amore.
Io spero che ci ripensino… che ci concedano almeno un paio di puntate speciali a Natale, come faceva Downton Abbey per farci sentire tutti meno soli. - Shrinking.
Dagli stessi autori di Ted Lasso e si capisce subito!
È la storia di uno psicanalista che ha perso la moglie prematuramente e si trova a dover ricostruire la sua vita e a supportare la crescita della figlia adolescente.
Il tutto condito con le storie dei suoi pazienti in cui si immedesima sempre troppo.
Ciliegina sulla torta la presenza di un incredibile ed ironico Harrison Ford!
L’umanità e l’accettazione dei diversi colori delle nostre emozioni la fanno da padrone!
Vedrete che vi conquisterà! - Succession.
Qui si cambia proprio genere! Dalle virtù si passa ai vizi capitali.
Altra serie che si è conclusa proprio all’apice del suo picco di gradimento.
È la storia di una famiglia di miliardari e del suo patriarca Logan Roy, spietato uomo d’affari che ha insegnato bene la parte anche ai suoi 3 figli. I colpi di scena sono continui, in un gioco al massacro per la successione dove nessun colpo basso verrà mai risparmiato.
Moralmente non li puoi amare questi personaggi, ma alla fine, tuo malgrado, lo fai e ti trovi persino i preferiti!
Una sorta di tragedia shaekesperiana moderna, con personaggi caratterizzati magistralmente.
La regia è fenomenale, l’effetto telecamera in spalla ti risucchia proprio dentro la serie, con il terrore che ti vedano dietro una tenda e ti tirino in mezzo!
E ora passiamo a ciò che è stato acclamato dalla critica, ma io ho detestato.
- The diplomat.
Ho letto solo recensioni positive, ma per me questa serie fa parte della categoria “vurria ma non posso”. La protagonista, Keri Russell, è un’attrice incredibile, l’avevo conosciuta in un’altra serie capolavoro “The Americans” e le mie aspettative erano forse troppo alte ripensando alla sua fama. Qui impersonifica la moglie di un famoso diplomatico, che dopo anni di carriera secondaria rispetto al marito trova la sua ascesa. Tutto condito da intrighi internazionali e politici molto attuali. Tutto sembra promettere. Ma poi non decolla mai. Mai!
La serie la trovo macchiettistica, sconclusionata, si cerca di imbastire dei passaggi ironici, che ho trovato tutti inesorabilmente mal riusciti. La seconda serie l’aspettano in molti, per me sarà un hard pass. - A casa tutti bene – una serie italiana!
La prima serie mi è piaciuta, tipica trama alla Muccino. Lo sai.
La seconda serie è da mal di testa e mal d’orecchi perchè si esaspera nei toni e nei contenuti.
La recitazione gridata esplode in una costante e gratuita crisi isterica da parte di tutti i personaggi e la trama inesorabilmente si asciuga e sparisce.
E’ nei fatti un’unica scena madre esasperata.
Mollata a metà. - Lidia Poet.
Avevo grandi aspettative per questa serie, la storia della prima donna ad entrare nell’ordine degli avvocati girata nella Torino dell’800! Tutti ingredienti per essere estremamente interessante e godibile. E invece no.
Purtroppo la recitazione sussurrata della protagonista, questi dialoghi completamente fuori dal tempo conditi da parolacce per definirne una stramba emancipazione li ho trovati davvero avvilenti.
E’ anche ripetitivo: vista la prima puntata viste tutte.
La serie rimane stabilmente mediocre, un’occasione sprecata. Peccato!
Ultima chicca fuori lista, solo per farvi arrabbiare e “Bridgerton” ?
Mi sono rifiutata di vederla, non mi avrà MAI!
Bene! Ora tocca a voi….
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